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17/06/2022
E’ costituita da una miscela composta da un legante (cemento e/o calce), acqua, inerti fini come la sabbia e additivi.
I componenti sono miscelati in proporzioni tali da garantire la lavorabilità mentre l’impasto è ancora liquido e la resistenza una volta che è diventato compatto.
Le malte idrauliche, come quella pozzolanica e il cosiddetto cocciopesto, erano note sin dall’antichità, ai tempi dei Fenici.
Da questi, i Romani le trassero e perfezionarono per utilizzarle in particolare per costruire e impermeabilizzare strutture come gli acquedotti e le cisterne.
Tra i leganti comunemente utilizzati ci sono:
La sabbia utilizzata come inerte proviene da depositi sedimentari o da frantumazione di rocce e deve essere priva di sostanze dannose e rispettare particolari granulometrie.
L’acqua deve essere pura, limpida, dolce e priva di sostanze nocive. Anche la sua temperatura è importante, perché quella alta accelera il fenomeno di presa, mentre quella bassa lo rallenta.
Nell’impasto è importante usarne il meno possibile, per evitare di avere una minore resistenza a trazione e compressione quando la malta sarà secca.
La malta è un materiale composito e, come tale, può assumere diverse caratteristiche e vari impieghi, in base alla composizione.
Il fenomeno dell’irrigidimento avviene grazie a due processi: la presa e l’indurimento.
Mentre la presa avviene esclusivamente grazie al legante, l’indurimento può dipendere:
In base al tipo di indurimento, le malte si dividono in due grandi categorie:
Queste possono avere come legante la calce aerea (come avviene in pozzolane e cocciopesto), oppure un legante idraulico vero e proprio, come cemento o calce idraulica.
La malta di allettamento viene utilizzata per tenere insieme altri materiali da costruzione, ad esempio i conci che costituiscono una muratura. Infatti è in grado di aderire perfettamente a questi, formando con essi una struttura monolitica una volta che è avvenuto il prosciugamento.
Ma la vera funzione della malta in una parete di muratura non è tanto quella di incollare i mattoni, quanto piuttosto quella di distribuire il carico della parte sovrastante in maniera migliore, rendendo più omogenea la superficie, rispetto a quella irregolare della pietra.
La malta viene utilizzata anche per realizzare i massetti, ovvero i sottodondi dei pavimenti, dello spessore di circa 10 cm, in cui vengono anche annegate le tubazioni degli impianti. In questo caso l’impasto è formato da sabbia, acqua e cemento.
La malta di stilatura viene utilizzata per sigillare fessure oppure per rifinire elementi edilizi, ad esempio per fare le fughe tra le mattonelle.
Tra le malte di finitura rientrano invece gli intonaci, in particolare l’arriccio e il rinzaffo, strati più interni e non visibili in superficie, caratterizzati da inerti più grossolani.